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Orzo e NON mais

Orzo
Agriturismo
a Siracusa
: nel nostro allevamento bovino, per integrare di carboidrati la razione alimentare delle vacche da latte usiamo i semi di orzo che coltiviamo sui terreni della nostra azienda in regime di Biologico e NON usiamo mais, un cereale che in Sicilia non si può coltivare per ragioni climatiche.


Ecco perché la nostra scelta salvaguarda il consumatore e l'ambiente naturale in cui facciamo crescere i nostri figli.

 

Perché si usa il mais Perché noi NON usiamo il mais

 

La razione alimentare della vacca da latte deve soddisfare le elevate richieste energetiche della mammella dell'animale durante il delicato periodo della lattazione. A partire dall'età di entrata in produzione, le vacche da latte sono in lattazione per la maggior parte dell'anno e per tutta la durata della loro carriera produttiva.

Soddisfare adeguatamente le richieste di energia non significa soltanto assicurarsi una migliore produzione, ma anche mantenere in buona salute gli animali dell'allevamento.


 

 

Ecco perché si usa il mais

Il cereale d'elezione nella zootecnia moderna per integrare di energia (carboidrati sotto forma di amido) l'alimentazione delle lattifere è il mais. Le caratteristiche nutrizionali che rendono questo cereale così apprezzato nella pratica zootecnica sono l'alto grado di assorbimento (elevata "efficacia nutrizionale" per l'agricoltore significa maggiore resa comprando meno mangime), e la lentezza dell'assorbimento che riduce i rischi di acidosi ruminale causati dai normali processi di fermentazione ad opera dei microrganismi del rumine. In parole semplici, l'amido dei semi di mais è attaccato solo lentamente dai microbi responsabili delle normali fermentazioni che avvengono all'interno del rumine della vacca.

 

Il mais è l'integratore più efficace sotto il profilo economico: è prodotto in grandissime quantità e quindi normalmente ha un prezzo di mercato più basso di quello di altri cereali; ha una maggiore concentrazione di amido e contemporaneamente una tendenza a mostrare un assorbimento di zuccheri maggiore. Questo comporta una migliore capacità di "trasformazione" dei mangimi in latte e carne.

 

Sotto il profilo della salute dell'animale, però, il mais causa un maggiore stress degli organi responsabili del metabolismo glucidico.

 

Il mais, dunque, è usato volentieri da chi vuole spingere al massimo la produttività dell'animale, anche a costo di accorciarne la vita produttiva.

 


 

 

 Ecco perché noi NON usiamo il mais

Secondo noi l'uso del mais è fortemente controindicato in aziende agricole (come la nostra) che si trovano in territori in cui il mais non può essere coltivato per ragioni climatiche.

Come ampiamente spiegato nell'articolo " Aflatossine nel latte di vacca: i rischi di usare mais e soia importati nell'alimentazione bovina ", l'impiego di mangimi zootecnici di importazione introduce serie perplessità circa il rischio di presenza di partite di mais OGM (che da gennaio 2013 potranno liberamente essere importate e seminate anche in italia) e circa la contaminazione da aflatossine (cancerogene) capaci di passare nel latte e quindi di mettere a rischio la salute del consumatore.

 

Per limitare al massimo la presenza di agenti contaminanti nei mangimi del nostro allevamento e per essere sicuri di escludere la presenza di mangimi geneticamente modificati abbiamo scelto di non comprare il mais per integrare la razione glucidica (amido) dei nostri animali da latte, ma di coltivare personalmente sui nostri terreni e in regime di biologico un altro cereale: l'orzo.

 

L'orzo è coltivato da sempre in Sicilia, negli stessi ambienti in cui si coltiva il grano duro, e cresce molto bene sui nostri terreni. La concentrazione di amido delle cariossidi di orzo è molto buona ed è particolarmente ricca in amilosio. Anche il valore dell'apporto proteico è buono, ma la caratteristica che rende la pianta dell'orzo così interessante nell'economia di un'azienda zootecnica come la nostra, orientata alla coltivazione biologica dei foraggi, è la possibilità di usare non solo la granella, ma anche il fusto della pianta per produrre foraggi di buona qualità.

 

Anzicché puntare a una produzione di massa, preferiamo avere animali più sani, che se anche producono meno latte ogni giorno, vivono più a lungo e in migliori condizioni, così da produrre un latte di migliore qualità.

 

E potete crederci quando lo diciamo, perché i primi consumatori del nostro latte sono i nostri figli e i nostri nipoti.

 

Agriturismo Siracusa bimbi che bevono latte fresco

 

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